La parte più erotica del mio corpo è il CERVELLO. Senza, sarei soltanto un pezzo di carne sui tacchi.

I miei racconti

03 febbraio 2011

Tre è il numero perfetto !

Ho scoperto col tempo che essere una single che non vuol stare da sola, comporta un certo impegno. Si perché intendiamoci le mie non sono voglie, ma necessità.
I miei amichetti dopo un po’ mi dicono che sono uno strano tipo di donna. Una specie rara.
Una femmina che fa sesso come un uomo e lo vorrebbe fare pure con la stessa frequenza.
Piano con le definizioni ! Non chiamatemi ninfomane o avrò tutto il diritto di chiamare ognuno di voi maniaco.
Però per soddisfare i miei appetiti un uomo solo non basta. Aspettate, anche qui non arrivate subito alle conclusioni. Se avessi una specie di fidanzato o roba simle, me lo farei bastare. Anche se in passato frasi come : “non sono una macchina, ho bisogno dei miei tempi, ma non ti basta mai ?”  echeggiavano spesso in camera da letto, determinando l’istantanea fine della storia.
Così ho optato per una condizione di totale liberà. Ho già scritto che non rinuncerò mai a scopare dove mi viene voglia, quando voglio e con chi mi pare.
Però per farlo con la frequenza che desidero, ci vuole un gran lavoro di ricerca e selezione.
I periodi migliori sono quei magici momenti dell’anno in cui ne ho tre per le mani.
Ognuno di voi riesce a ritagliarsi almeno un paio d’ore la settimana, lontano da impegni di lavoro, famiglia, hobbies.  Se poi magari avete la fortuna di dover lavorare fuori casa, le due ore si trasformano in una notte intera.
E con tre uomini a disposizione, il risultato per me è di ottenere almeno un paio di ottimi momenti di divertimento la settimana. Mi sembra il minimo sindacale, no?
Purtroppo però ho dovuto notare che spesso i periodi in cui i miei amichetti sono più liberi, coincidano tra loro. E spesso quando si sormontano gli impegni, non si riesce a far sormontare nient’altro. Tranne rare occasioni in cui con grande abilità sono riuscita a farli incastrare…intendo gli appuntamenti, non gli uomini !
Come quella memorabile serata d’estate in pizzeria, con un gruppo di persone con le quali condivido una passione. Avete presente la classica pizza di fine corso ? Ecco, solo che nel gruppo c’erano un paio di uomini che avevo stuzzicato nelle settimane precedenti e che manco a dirlo mi avevano riservato un posto a tavola per potermi stare vicino. “Vieni qui, siediti tra noi due” e nel giro di pochi minuti, mi ritrovai al centro del più classico dei triangoli. Solo che due, dei tre protagonisti ne erano all’oscuro. La tovaglia arrivava fino a terra e per mia fortuna nascondeva tutto quello che avveniva là sotto.  Un intreccio di mani e piedi che faticavo a tenere separati. Per mia fortuna, uno di loro decise di alzarsi e dirigersi verso il bagno, facendomi l’occhiolino d’intesa per invitarmi a seguirlo. Come avrei potuto dirgli di no ? Dissi all’altro che dovevo fare una telefonata, mi allontanai e senza dare troppo nell’occhio raggiunsi la toilette. Non feci in tempo ad arrivare che una porta si aprì e il mio amico mi afferrò per un braccio spingendomi dentro. Chiuse a chiave e mi bloccò con le spalle alla porta. Mi mise una mano sulla bocca sorridendomi, sapendo che di solito mi si sente a distanza quando mi diverto ! Cercai di concentrarmi e di non emettere un fiato, anche se sapevo che sarebbe stato praticamente impossibile. Lui si inginocchiò davanti a me, mi alzò la gonna, spostandomi le mutandine e cominciò a torturarmi con la lingua. Era uno dei più bravi che avessi mai incontrato. Uno di quelli che sa come fare impazzire una donna. Sa dove fare più pressione e dove meno, quando leccare e quando succhiare. Insomma ero in visibilio. Non c’era nulla sul quale sedersi o appoggiarsi, quindi decise di afferrare i miei fianchi e alzarmi tenedomi appoggiata alla porta. Si sbottonò i jeans e me lo infilò. Fù la classica sveltina. Che se fatta in situazione di pericolo ha il suo perché, l’eccitazione dovuta al fatto di poter essere scoperti, porta la passione ai massimi livelli.
Decidemmo che lui sarebbe uscito per primo e avrebbe raggiunto il gruppo. Io avevo bisogno di un po’ di tempo per ricompormi. Appena uscito dal bagno, il mio cellulare suonò. Era l’altro ! “Dove sei finita ? E’ una telefonata lunga, eh ? Senti io mi sto annoiando e scoppio dalla voglia di te, ce ne andiamo ?” . Ti pareva ! Quando troppo e quando nulla. Gli dissi che non volevo che nessuno sapesse di noi due, era troppo presto. Quindi poteva aspettarmi sotto casa, sarei arrivata in venti minuti. Tornai al tavolo con un sorrisetto stampato in faccia. Una delle due sedie era vuota. Mi aveva preso in parola ed era corso in macchina. Così avevo tutto il tempo di salutare con calma il mio amico dall’abile lingua, senza sembrare troppo sgarbata. Me ne andai dicendo che dovevo raggiungere delle amiche in discoteca e nessuno si accorse di nulla. Arrivata a casa, trovai il mio amico sulla porta, gonfio di desiderio. Gli dissi che faceva troppo caldo e che volevo fare una doccia. Venne con me. Lavò via l’odore dell’altro senza neppure immaginarlo e mi cosparse del suo. Gran bella serata !

5 commenti:

  1. ciao Splendida!!! a dir poco eccezionale...
    potrei cadere nella banalità o peggio nella presunzione, ma se mi credi non sono il tipo. Eppure ti dico, leggendo la tua descrizione iniziale, che una donna come te non mi spaventa, non sarei capace di dirle "non ti basta mai?", anzi, dovrebbe essere a chiedermelo.
    Un bacio

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  2. capisco la tua diffidenza.... ma la mia meravigliosa Alice, stavolta si sbaglia...

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  3. più che diffidenza la chiamerei...STATISTICA ! ;)

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  4. Ottimo racconto,chissa con la mia gioielleria però come ti comporteresti,io di sicuro verrei vedere le tue gambe tremare dal piacere,della gioia del godimento,avrei piacere a sentire i uoi mugugnii,sentire il tuo piacere che mi avvolge...Grazie ancora delle emozioni...Carlitosway di facebook.

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