Avevo sempre rifiutato a tutti quella porta. Fidanzati più o meno ufficiali, amanti per una notte, fedeli trombamici. Insomma a tutti gli uomini coi quali avevo fatto sesso, avevo detto no, là dietro non si va. Non è cosa per voi, divieto di accesso. Qualche tentativo a dire il vero era stato fatto. Più per gratificare quelli più seri, quelli con i quali mi ero presa una sorta di impegno. Insomma era quella la mia vera prova d’amore. “Tesoro, ti amo così tanto che accetto che tu me lo metta là dietro!” .
Perché intendiamoci e diciamocelo una volta per tutte. E’ di questo che si
parla. Non è per provare un piacere sconosciuto alle donne che non hanno provato quella pratica. Solleticandole magari con leggendari orgasmi nemmeno paragonabili a quelli raggiunti in altri tradizionali posti. Non si tratta di diventare donne più complete, né di raggiungere una vera intesa con il proprio partner. No, si tratta semplicemente di accettare di essere totalmente possedute da un uomo. Dopo il cuore (per i romantici), la testa e la vagina….volete anche l’ultimo posto che può essere di nostro esclusivo dominio. Quello ! E risparmiatemi i commenti a smentita di queste righe, la mia risposta sarà sempre: “se come dici tu mi piacerà così tanto, perché prima non lo provi ? In fondo la sodomia è stata inventata dagli uomini PER gli uomini.” Ecco quindi spiegato perché c’ho messo parecchi anni prima di dirmi: va bene hai provato e sperimentato molto del sesso, forse è venuto il momento di passare all’esplorazione di quel mondo. Visti i drammatici risultati dei tentativi precedenti, ho deciso di documentarmi a fondo sull’argomento. E direi con altrettanti scarsi epiloghi. Quello che si trova sul web è esclusivamente il punto di vista maschile della cosa ed è pure falsato dalla visione pornografica del metodo. Insomma, non avevo nessuna voglia di venire brutalmente massacrata dal suo desiderio di replicare quanto fatto dal famoso attore porno, nella scena di quel film. Per fortuna in quel periodo frequentavo un amico in gamba, uno di quelli col quale si era instaurata una certa complicità. Ovviamente dalla seconda volta che c’eravamo scambiati i nostri reciproci liquidi corporei, aveva proposto di entrare da quel varco ottenendo la mia solita risposta, non se ne parla. Ma qualche volta dopo mi sono dimostrata più disponibile ad avvicinarmi all’idea, lasciando che cominciasse a giocare con quel lato di me. Non mi scostavo più, se nei nostri giochi la sua mano scivolava nel mio sedere. Lasciavo che qualche carezza diventasse più intima, fino a sentire qualcosa entrare nella mia carne proibita. Un suo dito, la sua lingua e poi di nuovo le sue dita che diventavano più d’una.
Avevo deciso che sarebbe stato lui il primo e gli avevo confessato i miei timori. Il dolore, prima di tutto, che per me è l’antitesi del piacere. E poi l’imbarazzo, insomma quello è un posto destinato ad altro e quell’ “altro” non è nulla di igienico, né di profumato.
Così le volte successive avevamo cominciato a coinvolgere nei nostri giochi, anche quella parte del mio corpo che lentamente si preparava a diventare un punto focale dei nostri futuri incontri. Mai in modo irruento e con grande pazienza, ascoltando il mio corpo, capendo quando era il caso di affondare e quando invece di ritirare, avevamo raggiunto un ottimo grado di fiducia e di dilatazione. Entrambi necessari a preparare una perfetta prima volta, basata sul senso di rilassamento di chi si offre all’altro. Cioè me ! Che dovevo essere sicura di potermi tirare indietro qualora qualcosa non funzionasse per il verso giusto. Perché dal momento che il contatto visivo è impossibilitato dalla posizione più consona, è proprio il caso di dire che ci si deve fidare ciecamente del proprio partner.
Fu così che un pomeriggio, il mio amico venne a prendere un caffè da me e dopo aver ripassato alcune delle più classiche posizioni, mi ritrovai in piedi piegata sul tavolo della cucina, con lui che là dietro si prendeva cura della mia porta sul retro. Baciandola, leccandola, facendo entrare le sue dita, prima davanti inumidendole di me, poi portando il mio nettare nel nuovo luogo di divertimento. Con quelle sue magiche dita aveva già fatto urlare di piacere clitoride e vagina ed ora mi stavano là dentro e le usava in un modo nuovo. Meno delicato del solito. Le faceva entrare ed uscire velocemente, facendole affondare ogni volta di più. E ad ogni colpo, una sensazione di calore maggiore, dal mio ventre scendeva verso le caviglie, attraversando le gambe. Era una scossa di adrenalina, che ritmicamente mi faceva sciogliere le ginocchia. Una nuova sensazione di abbandono, si stava formando nella mia testa, Desideravo che quella scarica di piacere diventasse più potente, tanto da stordirmi. Così gli presi il pene glielo strinsi e lo appoggiai sull’incavo del mio sedere e con entrambe le mani gli afferrai i fianchi, spingendoli verso di me. Lui si scostò, non era sicuro di aver capito cosa volessi. Me lo chiese: “sei sicura?” Smettila di parlare e fallo, prima che cambi idea. Volevo sentire ancora quel diverso calore di piacere, scivolare via da me, strisciando lungo le cosce. Lui mi aprì bene la fessura, me lo puntò e io mi preparai a sentirlo dentro di me. Sentii della nuova carne aprirsi alla sua. Un senso di invasione mi pervase, ma subito dopo quella scarica tornò ed era eccitante. Lui rimase con solo la punta dentro di me, non fece altro. Cominciai io a muovermi, facendolo entrare ed uscire, un po’ alla volta. Lentamente. Dando tempo alla mia carne di adattarsi a lui. Finche non fu tutto dentro di me. Il calore quadruplicò e la scarica elettrica mi fece intorpidire i piedi. Cacciai un urlo. Piacere, misto a dolore, sollievo e sorpresa. Avevo fatto entrare un uomo in me da un posto nuovo e il piacere che sentivo non era il solito che ormai avevo imparato a conoscere e riconoscere. Era una sensazione diversa e andava verso il basso, portando con sé timori e negazioni. Potevo finalmente farmi possedere da un uomo, senza per questo sentirmi svilita o umiliata. Avevo comunque il controllo di me ed anzi potevo decidere di provare un nuovo tipo di piacere. Tre a uno per me! Clitorideo, vaginale ed ora anche anale.
Contro l'insignificante, maschile fugace spruzzetto.
Il resto come si dice, è storia !
sei quanto di meglio un uomo possa desiderare, una femmina che sà godere in tutte le possibili varianti, che ama e si fa amare in maniera unica, non ci sono parole se non una.....fantastica! (iron)
RispondiEliminaGrazie ! sei un tesoro e un uomo di parola ! ;)
RispondiEliminastai vivendo una sessualità fantastica, sei fortunata
RispondiEliminaMi hai fatto venire in mente la mia prima volta... è la mia attuale amante... ci frequentiamo da qualche mese.... ogni volta che facciamo l'amore le mie mani cercano di esplorare tutta la sua pelle.... Non nascondo che mi ha stupito quella volta quando piano piano, quasi senza farlo apposta le mie dita sono scivolate dentro di lei da quella porta...... non ha detto nulla, anzi, mi è sembrato di percepire il suo respiro più intenso.... Poi una sera mi ha detto "prendimi dietro".... ed è stata una grandissima emozione..... proprio come quella volta, che seduta su di me mi disse per la prima volta... "voglio fare l'amore con te".....
RispondiEliminaPoi... tutto è stato delicato e bellissimo.......
Ho sentito il mio sperma finalmente entrare dentro lei... denso... libero di esplodere tutta la mia passione......